Il livello dei liquidi
Pagina 1 di 2
Pagina 1 di 2 • 1, 2
Il livello dei liquidi
Inizio un'altra serie di osservazioni spannometriche sul solito campione cumulativo di barche (questo).
Oggetto di osservazione in questo topic sarà la liquidità , vale a dire il livello dei liquidi (€) - e
delle risorse liquidabili in breve tempo per ottenere liquidi - con cui far fronte ai pagamenti a breve (che
sono riassunti nel 'passivo corrente').
Per le osservazioni userò tre indicatori comuni, calcolati nel seguente modo:
Il primo indice (acid) indica la disponibilità di liquidi immediati, il secondo considera anche i crediti a breve,
cioè liquidi che in teoria dovrebbero essere recuperabili in troppo tempo, mentre il terzo considera come
trasformabile in liquidi tutto l'attivo corrente (quindi anche il magazzino).
Oggetto di osservazione in questo topic sarà la liquidità , vale a dire il livello dei liquidi (€) - e
delle risorse liquidabili in breve tempo per ottenere liquidi - con cui far fronte ai pagamenti a breve (che
sono riassunti nel 'passivo corrente').
Per le osservazioni userò tre indicatori comuni, calcolati nel seguente modo:
- Acid test ratio = Liquidità immediate / Passivo corrente.
- Quick test ratio = (Liquidità immediate + Crediti e altre attività correnti) / Passivo corrente.
- Current test ratio = (Liquidità immediate + Crediti et al. + Rimanenze) / Passivo corrente.
Il primo indice (acid) indica la disponibilità di liquidi immediati, il secondo considera anche i crediti a breve,
cioè liquidi che in teoria dovrebbero essere recuperabili in troppo tempo, mentre il terzo considera come
trasformabile in liquidi tutto l'attivo corrente (quindi anche il magazzino).
Totale campione di 2022 società
Inizio al solito col Totale del campione:
Nel grafico di sinistra sono indicati gli andamenti dell'attivo corrente (con le sue componenti) e del passivo
corrente. Ci ho messo anche l'andamento del fatturato e del margine operativo in modo da avere sott'occhio
anche la crescita economica del campione. Nel grafico di destra ci sono gli indicatori di liquidità.
Nel grafico di sinistra sono indicati gli andamenti dell'attivo corrente (con le sue componenti) e del passivo
corrente. Ci ho messo anche l'andamento del fatturato e del margine operativo in modo da avere sott'occhio
anche la crescita economica del campione. Nel grafico di destra ci sono gli indicatori di liquidità.
riferimento
Può essere interessante confrontare i valori contenuti in questi grafici con quelli indicati
dalla fonte che ho preso a riferimento.
dalla fonte che ho preso a riferimento.
Alimentare - Caseario
Alimentare - Caseario.
Qui salta all'occhio la gobba. Forse è un caso, ma il 2002 è l'anno prima del 2003, e nel 2003...
http://www.repubblica.it/online/lf_primo_piano/031219parmalat_cronologia/cronologia/cronologia.html
Qui salta all'occhio la gobba. Forse è un caso, ma il 2002 è l'anno prima del 2003, e nel 2003...
http://www.repubblica.it/online/lf_primo_piano/031219parmalat_cronologia/cronologia/cronologia.html
Inciso
Quanto devono valere questi indici è una bella domanda, alla quale probabilmente non si può dare una risposta secca...
La fonte dalla quale ho preso le formule fornisce qualche valore di riferimento e tante altre indicazioni analoghe se ne
possono trovare in giro (su internet, testi, ecc).
La cosa che m'ha spesso incuriosito è che di solito viene indicato un limite inferiore sotto il quale la situazione deve
essere considerata pericolosa (cioè l'azienda va in rischio di insolvenza perché con scarsa liquidità), mentre più di rado
viene indicato un limite superiore. Eppure anche un eccesso di liquidità potrebbe essere indice di qualche problema:
ad esempio potrebbe essere sintomo del fatto che l'azienda non sta investendo, visto che il suo patrimonio è tutto in
liquidi, e quindi anche se nel breve ha una situazione "di tutto riposo" perché può far fronte ai pagamenti e anche
qualche cosa in più, magari si sta preparando un futuro tanto nero quanto l'attuale è roseo.
Se ci si pensa un po' su, il caso limite in cui la liquidità raggiunge o tende a raggiungere i valori massimi è quando
l'azienda viene messa in liquidazione (se viene chiamata così qualche motivo ci sarà...).
La fonte dalla quale ho preso le formule fornisce qualche valore di riferimento e tante altre indicazioni analoghe se ne
possono trovare in giro (su internet, testi, ecc).
La cosa che m'ha spesso incuriosito è che di solito viene indicato un limite inferiore sotto il quale la situazione deve
essere considerata pericolosa (cioè l'azienda va in rischio di insolvenza perché con scarsa liquidità), mentre più di rado
viene indicato un limite superiore. Eppure anche un eccesso di liquidità potrebbe essere indice di qualche problema:
ad esempio potrebbe essere sintomo del fatto che l'azienda non sta investendo, visto che il suo patrimonio è tutto in
liquidi, e quindi anche se nel breve ha una situazione "di tutto riposo" perché può far fronte ai pagamenti e anche
qualche cosa in più, magari si sta preparando un futuro tanto nero quanto l'attuale è roseo.
Se ci si pensa un po' su, il caso limite in cui la liquidità raggiunge o tende a raggiungere i valori massimi è quando
l'azienda viene messa in liquidazione (se viene chiamata così qualche motivo ci sarà...).
Alimentare Dolciario
Alimentare Dolciario.
Un po' movimentato, soprattutto nella prima parte. Possibile che sia legato un po' a quello del latte...
Un po' movimentato, soprattutto nella prima parte. Possibile che sia legato un po' a quello del latte...
Alimentari - Diverse
Alimentari - Diverse.
Indici di liquidità in aumento, soprattutto a causa dell'aumento delle "altre attività correnti", come
si vede meglio qui.
Indici di liquidità in aumento, soprattutto a causa dell'aumento delle "altre attività correnti", come
si vede meglio qui.
Cartario
Indici di liquidità del settore Cartario.
Questo settore lo trovo interessante per i motivi che spiegavo qui.
Da questo grafico potrebbe essere interessante notare come la liquidità è più alta nella fase di transitorio iniziale,
mentre si assesta su un valore più basso una volta che il settore è arrivato "a regime". Ah, forse è importante anche
il fatto che l'assestamento ha inizio prima della fine della crescita dei ricavi (ipotizzo): potrebbe essere indice del
fatto che la fine della crescita è stata vista per tempo, e che ciò ha permesso di arrivare a regime in modo tale da
rimanerci per un po' (o "incaramellarcisi", come avrebbe detto il mio prof di teoria dei sistemi...) anziché fare una
traiettoria come questa:
Questo settore lo trovo interessante per i motivi che spiegavo qui.
Da questo grafico potrebbe essere interessante notare come la liquidità è più alta nella fase di transitorio iniziale,
mentre si assesta su un valore più basso una volta che il settore è arrivato "a regime". Ah, forse è importante anche
il fatto che l'assestamento ha inizio prima della fine della crescita dei ricavi (ipotizzo): potrebbe essere indice del
fatto che la fine della crescita è stata vista per tempo, e che ciò ha permesso di arrivare a regime in modo tale da
rimanerci per un po' (o "incaramellarcisi", come avrebbe detto il mio prof di teoria dei sistemi...) anziché fare una
traiettoria come questa:
Costruzione Mezzi di Trasporto.
Costruzione Mezzi di Trasporto.
Ultima modifica di Ste il Dom Nov 29, 2009 6:58 pm - modificato 1 volta.
Gomma e Cavi
Gomma e Cavi.
Salta all'occhio il picco degli indici quick e current nel 2000, che va messo in relazione al picco di
'altre attività correnti' che s'era visto qui.
C'è qualche analogia con gli analoghi valori del settore energetico nel 2008... (?)
Salta all'occhio il picco degli indici quick e current nel 2000, che va messo in relazione al picco di
'altre attività correnti' che s'era visto qui.
C'è qualche analogia con gli analoghi valori del settore energetico nel 2008... (?)
Fibre Chimiche
Ops... avevo saltato il settore Fibre Chimiche.
Anche questo ha nel 2000 un picco simile a quello del settore Gomma e Cavi e a quello del 2008(?) del
settore Energetico. Un po' meno accentuato, però, con la differenza che in sua corrispondenza c'è un
picco anche di rimanenze, non solo di 'altre attività correnti' (come si vede da qui).
Anche questo ha nel 2000 un picco simile a quello del settore Gomma e Cavi e a quello del 2008(?) del
settore Energetico. Un po' meno accentuato, però, con la differenza che in sua corrispondenza c'è un
picco anche di rimanenze, non solo di 'altre attività correnti' (come si vede da qui).
Impiantistico
Impiantistico.
Questo ha indici più 'costanti'. Anche qui, nell'acid ratio, si vede la cosa che avevo notato qui.
Questo ha indici più 'costanti'. Anche qui, nell'acid ratio, si vede la cosa che avevo notato qui.
Inciso 2
Una cosa che forse è utile osservare è che l'indice di liquidità corrente, o "current ratio", è parente stretto
di quello che viene detto "Capitale circolante netto", almeno nella sua più grossolana definizione, infatti:
Current ratio = Attività correnti / Passività correnti
Capitale circolante netto = Attività correnti - Passività correnti
Quindi il discorso sul CCN che segue (e in particolare la metafora della spugna) è applicabile anche al current ratio:
“... il capitale circolante netto è rappresentato dalla differenza tra le attività a breve e le passività a breve ed è un primo
indicatore della capacità di un'impresa di far fronte in modo tempestivo ed economico alle proprie obbligazioni. Un obbiettivo
dell'impresa dovrebbe essere quello di operare con un capitale circolante netto positivo, ma limitato in valore assoluto rispetto
al totale degli impieghi. La ragione è intuitiva: il capitale circolante netto è assimilabile ad una spugna che, quando si dilata,
brucia liquidità (liquidità “bloccate” nei valori di magazzino, nei crediti ai clienti ecc.) senza offrire prospettive di rendimento;
quando essa si contrae, le risorse divengono invece investibili in altre attività redditizie”. (Da: "L'analisi di bilancio", guida Cerved)
di quello che viene detto "Capitale circolante netto", almeno nella sua più grossolana definizione, infatti:
Current ratio = Attività correnti / Passività correnti
Capitale circolante netto = Attività correnti - Passività correnti
Quindi il discorso sul CCN che segue (e in particolare la metafora della spugna) è applicabile anche al current ratio:
“... il capitale circolante netto è rappresentato dalla differenza tra le attività a breve e le passività a breve ed è un primo
indicatore della capacità di un'impresa di far fronte in modo tempestivo ed economico alle proprie obbligazioni. Un obbiettivo
dell'impresa dovrebbe essere quello di operare con un capitale circolante netto positivo, ma limitato in valore assoluto rispetto
al totale degli impieghi. La ragione è intuitiva: il capitale circolante netto è assimilabile ad una spugna che, quando si dilata,
brucia liquidità (liquidità “bloccate” nei valori di magazzino, nei crediti ai clienti ecc.) senza offrire prospettive di rendimento;
quando essa si contrae, le risorse divengono invece investibili in altre attività redditizie”. (Da: "L'analisi di bilancio", guida Cerved)
Pagina 1 di 2 • 1, 2
Pagina 1 di 2
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.